GIORGIO DE CHIRICO

1888-1978
Giuseppe Maria Alberto Giorgio de Chirico nasce a Volos, Grecia, il 10 luglio 1888, da genitori italiani. Successivamente la famiglia si stabilisce ad Atene dove Giorgio frequenta il Politecnico dal 1903 al 1906. Nel maggio del 1905, all’età di 62 anni, muore il padre. Dopo brevi soste a Venezia e a Milano la famiglia si trasferisce a Monaco di Baviera dove Giorgio frequenta l’Accademia di Belle Arti mentre Andrea studia musica. De Chirico si dedica allo studio di Arnold Böcklin e Max Klinger, legge con grande interesse Nietzsche, Schopenhauer e Weininger. Ritorna a Milano, raggiungendo la madre e il fratello nel giugno del 1909. In questo periodo dipinge quadri di influenza böckliniana. Nel marzo 1910, la famiglia si trasferisce a Firenze. Il 14 luglio 1911 arriva a Parigi dove svilupperà il tema della Piazza d’Italia. Partecipa per la prima volta a una mostra al Salon d’Automne del 1912. Nel marzo 1913 espone al Salon des Indépendants. È notato da Picasso e da Apollinaire che, entusiasta delle sue opere recensisce la mostra che l’artista realizza nel suo studio ad ottobre. Il poeta lo definisce: “il pittore più sorprendente della giovane generazione” e, a gennaio del 1914, iniziano a collaborare insieme come si evince dalle lettere scritte dall’artista all’epoca. De Chirico presenta Savinio ad Apollinaire a fine gennaio e, insieme, frequentano gli incontri delle “Les Soirées de Paris”. Conosce Paul Guillaume, suo primo mercante. Nel maggio del 1915 de Chirico e Savinio rientrano in Italia per presentarsi alle autorità militari di Firenze e, in seguito, sono trasferiti a Ferrara.Comincia a dipingere i primi Interni metafisici. Nel 1916 conosce Filippo de Pisis, appena ventenne. Nel 1917 trascorre qualche mese presso l’ospedale militare dove si trova anche Carlo Carrà. Continua a tenersi in contatto con l’ambiente parigino e a inviare le sue opere a Paul Guillaume che il 3 novembre 1918 tiene una mostra insolita presentando i quadri dell’artista sulla scena del Théâtre du Vieux-Colombier. Si trasferisce a Roma il 1 gennaio 1919. A febbraio, ha luogo a Roma la sua prima mostra personale alla Casa d’Arte Bragaglia. In quel periodo de Chirico riscopre l’arte dei grandi artisti nei musei e inizia a fare copie dai maestri italiani del Rinascimento. A Firenze studia la tecnica della tempera e della pittura su tavola. Nel 1921 si tiene una mostra personale alla Galleria Arte di Milano. Lo stesso anno entra in rapporto epistolare con André Breton. Nel 1922 viene inaugurata un’importante personale alla Galerie Paul Guillaume di Parigi in cui sono esposte cinquantacinque opere. André Breton ne firma la presentazione. Partecipa alla XIV Biennale di Venezia. Si stabilisce nella capitale francese nel 1925. Collabora al primo numero de “La Révolution Surréaliste” pubblicando il suo scritto Rêve ed è immortalato da Man Ray nella celebre foto di gruppo.
Inizia in questi anni la ricerca sulla Metafisica della luce e del mito mediterraneo, dando origine a temi come gli Archeologi, i Cavalli in riva al mare, i Trofei, i Paesaggi nella stanza, i Mobili nella valle e i Gladiatori. Espone in Italia e all’estero a Parigi, Berlino, Amburgo, Amsterdam, Bruxelles, Londra e New York. In questi anni dipinge vite silenti, ritratti e nudi femminili di un naturalismo luminoso. Gallimard pubblica Calligrammes di Apollinaire, illustrato da sessantasei litografie dell’artista in cui compare per la prima volta il tema del Sole sul cavalletto. Nell’autunno del 1930 conosce Isabella che diventerà la sua seconda moglie e gli resterà vicina fino alla morte. Espone alla XVIII Biennale di Venezia nella sala dedicata agli artisti italiani di Parigi. De Chirico e Isabella si trasferiscono per un anno a Firenze. Nel 1933 partecipa alla V Triennale di Milano. Continua l’attività per il teatro. Partecipa alla II Quadriennale di Roma nel febbraio del 1935 con quarantacinque opere, tra cui sette dipinti sul nuovo tema dei Bagni misteriosi. Nell’agosto del 1936 parte per New York. Espone alla Julien Levy Gallery le sue opere recenti, molte delle quali acquistate dal collezionista Albert C. Barnes per il suo museo e da vari collezionisti. De Chirico collabora alle riviste “Vogue” e “Harper’s Bazaar” ed esegue per la sartoria Scheiner di New York un pannello murale intitolato Petronio e l’Adone moderno in frac. Decora una parete dell’istituto di bellezza Helena Rubinstein; realizza, in un’iniziativa che coinvolge anche Picasso e Matisse, una sala da pranzo alla Decorators Picture Gallery.
Nel gennaio del 1938 rientra in Italia e si stabilisce a Milano, per poi trasferirsi a Parigi, disgustato dai decreti per “la difesa della razza”. Espone alla III Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma. A Firenze, durante gli anni della guerra, è ospitato dall’amico antiquario Luigi Bellini, insieme a Isabella, ebrea russa nata a Varsavia. Inizia la creazione di alcune sculture in terracotta: Gli Archeologi, Ettore e Andromaca, Ippolito e il suo cavallo e Pietà. Nel 1944 si stabilisce definitivamente a Roma. Il fotografo Irving Penn lo ritrae tra il celebrativo e l’ironico con la corona d’alloro. Nel 1945 pubblica i testi autobiografici: Memorie della mia vita e 1918-1925 – Ricordi di Roma. Intensifica la sua ricerca sui maestri antichi, eseguendo d’après da Tiziano, Rubens, Delacroix, Watteau, Fragonard e Courbet. Scatena una dura lotta contro le falsificazioni delle sue opere, fenomeno che data dalla metà degli anni Venti. Nel corso del 1947 trasferisce lo studio e, l’anno successivo, anche l’abitazione, in Piazza di Spagna 31 dove risiederà per il resto della sua vita. Alla fine del 1948 viene nominato membro della Royal Society of British Artists e nel 1949 allestisce una personale in questa prestigiosa sede. Nel 1950, in polemica con la Biennale de Chirico organizza nella sede della Società Canottieri Bucintoro di Venezia una “Antibiennale” in cui espone con i pittori “antimoderni”; seguiranno simili personali, nella stessa sede, nel 1952 e nel 1954. Illustra I Promessi Sposi nel 1965 e l’Iliade tradotta da Quasimodo nel 1968. Verso la fine degli anni Sessanta inizia la tiratura di alcune sculture in bronzo. In seguito a un periodo che lo trova impegnato con alcuni contratti di committenza, l’ottantenne artista riacquista una tranquillità lavorativa e inizia un nuovo periodo di ricerca conosciuto come la Neometafisica, durante il quale dipinge opere sulla meditazione e la rielaborazione di soggetti della sua pittura e arte grafica degli anni Dieci, Venti e Trenta. Nel 1970 a Palazzo Reale di Milano, si svolge un’importante antologica dell’artista. Nel 1971 Claudio Bruni Sakraischik inizia a pubblicare il Catalogo Generale di Giorgio de Chirico. L’anno successivo ha luogo la mostra de Chirico by de Chirico al New York Cultural Center con 182 opere della collezione del Maestro, tra dipinti, disegni, sculture e litografie. De Chirico si reca a New York per l’occasione. Nel 1973 realizza la Fontana dei Bagni misteriosi per la XV Triennale di Milano nel parco Sempione. Lo stesso anno fa un viaggio in Grecia durante il quale viene realizzato il documentario Il mistero dell’infinito per la RAI. Nel novembre del 1974, viene insignito del titolo di Accademico di Francia. Il 20 novembre 1978 Giorgio de Chirico si spegne a Roma all’età di 90 anni e dal 1992 le sue spoglie riposano presso la chiesa di San Francesco a Ripa in Trastevere.